I dispositivi di protezione individuale sono strumenti e attrezzature di lavoro progettati per ridurre al minimo il pericolo di danni e incidenti durante lo svolgimento di svariate operazioni professionali, ossia per abbattere i rischi legati alla salute e alla sicurezza dei lavoratori. Tra i principali DPI sono inclusi i guanti protettivi, considerati essenziali in quasi tutti i contesti operativi.
Indossare i guanti di protezione equivale a tutelare le mani dal contatto con agenti potenzialmente pericolosi, contaminanti o infettivi: questi dispositivi sono non a caso utilizzati quotidianamente in praticamente qualunque settore, da quello delle pulizie a quello industriale, fino all’ambito ospedaliero/sanitario.
Va da sé che, a seconda delle applicazioni, saranno disponibili guanti di protezione specifici con particolari caratteristiche tecniche e che assolveranno a determinate funzioni. Tra queste, oltre a quella protettiva, vi è quella mirata ad abbattere il rischio di contaminazione e le infezioni crociate (per esempio nei contesti sanitari o alimentari).
I guanti protettivi devono essere scelti a seconda del rischio di lesioni
Dal momento che sul luogo di lavoro le mani degli operatori sono esposte a molteplici potenziali pericoli, che variano a seconda del settore di attività, è anche importante precisare che la scelta dei guanti protettivi più adatti dovrebbe essere effettuata sulla base delle diverse categorie di rischio:
- Rischio di livello I: ossia minore. Identifica un pericolo di lesioni per le mani estremamente limitato, se non addirittura nullo. La protezione dell’operatore potrà quindi essere garantita da un semplice guanto protettivo, anche leggero.
- Rischio di livello II: ovvero un rischio medio. Significa che le mani potrebbero essere soggette a lacerazioni, tagli, scottature, abrasioni, perforazioni e lesioni similari. In questi casi sarà richiesto un guanto protettivo con marcatura specifica e standardizzato CE.
- Rischio di livello III: identifica i rischi elevati o addirittura irreversibili alle mani, e prevedrà quindi l’impiego di guanti di protezione specifici per la manipolazione del materiale in questione o per l’ambiente professionale in cui il lavoratore opera.
Le norme che identificano i guanti di protezione sono diverse: la EN ISO 21420 ne definisce i requisiti generali in termini di uso, sicurezza, ergonomia o marcatura; la EN 388 è relativa alla protezione contro i rischi cosiddetti meccanici come le abrasioni, le perforazioni o i tagli; la EN 407 fa riferimento ai rischi termici; la EN 511 identifica la resistenza dei guanti protettivi all’azione dell’acqua (impermeabilità) e al freddo convettivo e da contatto; la EN 374 si riferisce ai guanti protettivi contro il rischio chimico; la EN 12477 è invece specificamente dedicata alle operazioni di saldatura. Il regolamento EU 2016/425 ha sostituito la precedente direttiva 89/686/CEE per i Dispositivi di Protezione Individuale.
Per quanto riguarda il settore medico-sanitario, i guanti adatti sono quelli cosiddetti “da protezione biologica” e sono generalmente realizzati in diversi materiali: nitrile, lattice o vinile. Qualunque sia il modello scelto, esso dovrà sempre rispettare le direttive 93/42/CEE e norme EN 455 parte 1, 2, 3, 4 oltre che il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza del Lavoro.
Infine, vi sono i cosiddetti “food contact gloves”, ossia guanti da lavoro che dovranno essere utilizzati quando si maneggiano gli alimenti.
Guanti di protezione: come fare la scelta giusta
Per avere la certezza di indossare i guanti di protezione corretti è ovviamente necessario partire dal tipo di mansione che si deve svolgere e dal livello di rischio di lesione per le mani.
Tuttavia, la scelta corretta non deriva soltanto dalla valutazione di questi (comunque importantissimi!) parametri: i guanti protettivi devono infatti sia tutelare la salute dell’operatore che non intralciarne i movimenti. Questo significa che il guanto dovrà assicurare la cosiddetta “destrezza” delle mani, ossia la possibilità di manipolare gli oggetti in modo quanto più possibile preciso, semplice e agevole per l’operatore: su tale caratteristica influiranno specifiche tecniche come il materiale con cui il guanto è stato prodotto, il suo spessore, la sua deformabilità e l’elasticità.
Inoltre, è importante che i guanti di protezione siano sempre comodi da indossare ed ergonomici: la loro taglia dovrà pertanto essere selezionata con cura per evitare che risulti troppo piccola o troppo grande per l’operatore. La lunghezza del guanto (fino al polso o fino all’avambraccio) è un’altra discriminante da non dimenticare, così come la sensibilità tattile che il dispositivo è in grado di garantire: il tatto è infatti un senso importantissimo che permette, in alcuni casi, di percepire pericoli invisibili allo sguardo.
Infine, i guanti protettivi dovrebbero essere sempre realizzati in materiali di buona qualità, adatti al contatto con la pelle e quindi capaci di ridurre la possibilità di eruzioni cutanee o reazioni allergiche. Laddove il materiale impiegato possa effettivamente causare allergia, tale rischio dovrebbe essere accuratamente segnalato dal produttore del dispositivo.
Come indossare i guanti protettivi?
Dedichiamo per concludere qualche parola alle corrette modalità di utilizzo di questi dispositivi di protezione delle mani.
Indossare correttamente i guanti protettivi significa saperli mettere e togliere in modo adeguato: un esempio classico è rappresentato da quelli monouso, impiegati per esempio per difendere l’operatore da possibili rischi biologici. In questo caso sarà importante lavarsi accuratamente le mani prima di indossare i guanti, così come sostituirli se danneggiati o sporchi. La fase di rimozione comporta invece l’afferrare il polsino toccando esclusivamente la superficie esterna del guanto, per poi sfilare il dispositivo e rivoltarlo perché racchiuda al proprio interno il secondo guanto.
Successivamente, le mani andranno di nuovo accuratamente lavate con acqua e sapone.
In linea generale, l’impiego di guanti di protezione sul luogo di lavoro, qualunque esso sia, dovrebbe sempre essere accompagnato da un’opportuna formazione dell’operatore. Quest’ultima sarà finalizzata sia alla comprensione dell’importanza di indossare tale strumento, sia al suo utilizzo corretto che alla sua conservazione e smaltimento.
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